Per quanto dimostrato per altri gas medicali utilizzati nella pratica clinica (ad es. l’ossigeno, il monossido di carbonio, l’ossido nitrico), l’ozono può essere tossico o sicuro come un vero farmaco: il dosaggio, la durata dell’esposizione e la capacità antiossidante del tessuto esposto ne determinano l’effetto.
Sulla base delle implicazioni farmacologiche e delle evidenze cliniche, si può concludere che l’uso dell’ozono medico può essere vantaggioso nel trattamento di varie malattie sia in fase acuta che cronica.
Il fatto che tali malattie possano avere connotazioni diverse tra loro rende ragione dei suoi diversi effetti.
È pertanto essenziale osservare linee guida precise nelle applicazioni terapeutiche, le concentrazioni e i volumi a cui viene utilizzata questa miscela devono rientrare in un intervallo non tossico.
La necessità di procedere con estrema precisione sia in termini di volumi che di concentrazioni mi ha portato a pubblicare nel 2013 le Linee Guida della Federazione Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia (FIO) e nel 2020 il volume “Tecniche di Ozonoterapia. Manuale pratico“.